martedì 11 febbraio 2014

ESPOSTO DI SABELLA SUL PIANO CARCERI


Nuove ombre su Palazzo Chigi. I pm di Roma indagano su Angelo Sinesio, braccio destro del ministro della Giustizia. Caos sul piano carceri. Nel mirino appalti sospetti e consulenze d'oro. L'inchiesta dei magistrati romani, come svela Repubblica, nasce da un esposto di Alfonso Sabella, ex pm di Palermo ai tempi di Caselli ed ex magistrato del Dap.
Le accuse riguardano Sinesio, prefetto che è stato vice della Cancellieri ai tempi di Catania, capo della segreteria tecnica ai tempi del Viminale e ora suo braccio destro per il tema carceri. Il rapporto, spiega Repubblica, parla di cattiva gestione negli appalti del Piano carceri. Un investimento da 470 milioni di euro. Secondo l'esposto di Sabella, il Piano carceri sarebbe frutto di "un’appropriazione indebita" perché spaccia per propri interventi fatti dal DapSec e dal ministero delle Infrastrutture, "come i nuovi padiglioni di Modena, Terni, S. Maria Capua Vetere, Livorno, Catanzaro, Nuoro".
In tal modo sarebbero stati gonfiati i numeri dei posti realizzati. Nelle gare ci sarebbero stati "ribassi palesemente fuori mercato che determinano difficoltà tali da presumere che sarà impossibile finire i lavori". Ma nel mirino anche le consulenze. La selezione pubblica sarebbe stata fatta, secondo i pm, in maniera quantomeno dubbia. L’avviso "è stato pubblicato non sulla Gazzetta ufficiale, bensì solo sul link…, di un link…, di un link…, nel sito del Piano. Per trovare il bando bisogna cliccare su “trasparenza”, poi “atti”, poi “decreti commissariali”, poi “decreti vari”, poi “avviso pubblico di selezione”. Solo gli autori potevano fare domanda in sette giorni".

da " Affari Italiani "  11.02.2014


INCHIESTA

Giustizia, appalti sospetti per le carceri

Dossier contro Sinesio, uomo di fiducia di Cancellieri. In ballo 470 mln. E un posto da 10 mila al mese.

Nuovi guai in vista per Anna Maria Cancellieri dopo lo scandalo delle telefonate con i Ligresti nell'ambito della vicenda giudiziaria legata a Fonsai. Stavolta, a mettere in imbarazzo il ministro della Giustizia, potrebbe essere uno dei suoi più fidati collaboratori, Angelo Sinesio, commissario per le Carceri e da anni uomo di fiducia della Guardasigilli, di cui è stato viceprefetto a Catania.
Quando lei era al Viminale, lui era capo della segreteria tecnica, ora si occupa del Piano carceri. E secondo quanto svelato da Repubblica, contro di lui c'è un dossier, presente sul tavolo del ministero e su quello dei pm di Roma, Paolo Ielo e Mario Palazzi. Si tratta di una vicenda di appalti poco trasparenti, roba da 470 milioni di euro.

REATI DA ACCERTARE. Impossibile parlare di reati prima che sia la procura a farlo, ma le ombre ci sono eccome. A denunciarle è stato Alfonso Sabella, attualmente vicecapo dell’organizzazione giudiziaria del ministero, pm a Palermo quando era procuratore Giancarlo Caselli, due esperienze al Dap (dipartimento di Amministrazione penitenziaria), prima con Caselli e poi con il ministro Nitto Palma.
Da direttore delle risorse, Sabella ha scoperto come gli appalti fossero ben più cari e redditizi delle ristrutturazioni. Propose un piano da 200 milioni per recuperare 70 mila posti, contro uno che prevedeva una spesa di 700 milioni per incrementare la capienza delle strutture di 9 mila unità.

«DATI NON CORRETTI». Il piano fu presentato alla Camera da Sinesio il 22 ottobre 2013, suscitando l'immediata reazione di Sabella, che con una lettera al direttore del Dap Giovanni Tamburino denunciò immediatamente l'utilizzo di «dati non corretti e circostanze non veritiere», e un «non fruttuoso impiego di risorse pubbliche» e descrisse il Piano carceri come il frutto di «un’appropriazione indebita» perché spacciava per suoi interventi fatti dal Dap e dal ministero delle Infrastrutture, «come i nuovi padiglioni di Modena, Terni, S. Maria Capua Vetere, Livorno, Catanzaro, Nuoro» allo scopo di  gonfiare «virtualmente il numero dei posti che avrebbe realizzato il commissario».
L'incongruenza dei numeri, secondo Sabella, è evidente, perché prima si garantiscono 9.050 posti con 696,5 milioni, poi si arriva a parlare di 12 mila con 470 milioni.

L'accusa: «Gare anomale e ribassi fuori mercato»

Ma non basta, perché l'ex pm ha rilevato anche anomalie nelle gare «con ribassi palesemente fuori mercato (in media il 48% con una punta del  54%) che determinano difficoltà tali da presumere che sarà impossibile finire i lavori».
Un altro inghippo sta nell'avviso di pubblica selezione per il responsabile della struttura amministrativo-finanziaria che tiene la cassa da 500 milioni.
L’avviso, ha spiegato Sabella, «è stato pubblicato non sulla Gazzetta ufficiale, bensì solo sul link..., di un link..., di un link..., nel sito del Piano.
Per trovare il bando bisogna cliccare su 'trasparenza', poi 'atti', poi 'decreti commissariali', poi 'decreti vari', poi 'avviso pubblico di selezione'. Solo gli autori potevano fare domanda in sette giorni».

INDIRIZZO EMAIL SBAGLIATO. Non basta, perché pure arrivandoci si sarebbe finiti davanti a un indirizzo email sbagliato: pianocerceri@interpec.it, con una 'e' al posto della 'a' di carceri.
Un ruolo decisamente interessante quello di responsabile della struttura amministrativo-finanziaria, che prevede uno stipendio 10mila euro al mese. Ad aggiudicarselo è stata Fiordalisa Bozzetti, commercialista di Firenze, moglie di Mauro Draghi, scelto dall’ex commissario Franco Ionta come coordinatore di tutte le progettazioni. Un evidente caso di conflitto di interessi, secondo Sabella, che ha descritto Draghi come «un  funzionario senza esperienze professionali nell’edilizia penitenziaria, prima ha progettato solo una cappella, e neppure dentro un carcere».
Quindi sarebbe stato autore del progetto del carcere di Catania «che per i tecnici del Dap presenta gravissimi errori concettuali e progettuali».
Secondo Sinesio «con 10 milioni e in 90 giorni il Piano ha fatto quello che il Mit doveva fare con 21,5 milioni e in 240 giorni». Ma Sabella si è detto convinto che il Piano abbia «realizzato sistemazioni esterne e riqualificazione interna, mentre il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti prevedeva numerose altre opere».

AFFIDAMENTI INDIVIDUALI AL POSTO DI GARE PUBBLICHE. Sarebbe inoltre «oggettivamente falso» che alla gara siano state invitate esclusivamente ditte affidabili del Dap: «Le imprese invitate sono 10, di cui solo tre nella lista Dap», ha spiegato Sabella.
Il tutto, nella maggior parte dei casi, non con gare pubbliche, ma attraverso affidamenti individuali, con appalti suddivisi in due parti, con costi raddoppiati e violazione delle norme antimafia.
Sinesio ha smentito ogni addebito alla Camera, ma Sabella ha rincarato la dose denunciando anche un piano per vendere «San Vittore, Piazza Lanza, Regina Coeli, Giudecca e Santa Maria Maggiore» e dicendosi «preoccupato per possibili illeciti appetiti che l’operazione può  determinare».
A tutto questo si deve aggiungere che «ancora oggi i cantieri non sono stati avviati, né sono state affidate le direzioni lavori, per cui decorsi quattro anni dalla dichiarazione dello stato di emergenza e due dalla nomina di Sinesio, è avviato un solo padiglione a fronte di oltre 450 milioni immobilizzati nella contabilità speciale».

Martedì, 11 Febbraio 2014
da "Lettera 43"

Nessun commento:

Posta un commento