giovedì 21 giugno 2012

ANCORA UN INTERESSANTE INTERVENTO DI PAOLA SEVERINO

Paola Severino ancora una volta protagonista nelle scelte di rinnovamento e di ripristino di "regole" ormai dimenticate e scarsamente rispettate. Questa volta  con il suo intervento,destinato a  limitare al massimo il "turismo penitenziario locale", il Ministro della Giustizia richiama garbatamente l'attenzione dei magistrati sulla necessità di effettuare,come previsto da molti anni, le udienze di convalida o fermo in carcere e non nei tribunali.Il documento,che è stato trasmesso anche ai provveditori regionali dell'amministrazione penitenziaria,è datato 14 maggio 2012. "Le traduzioni per udienza di convalida - scrive il ministro - comportano un impiego di mezzi e uomini superiore ad altre analoghe attività, in quanto accade sovente che debbano tradursi due o più soggetti arrestati contestaulmente dalla polizia giudiziaria, e per i quali occorre - onde evitare contatti tra loro prima dell'udienza di convalida – apprestare più scorte separate". Frequente è il "ricorso al mezzo aereo e l'impiego fuori sede di un numero rilevante" di agenti di polizia penitenziaria. Se poi è disposto l'isolamento, è necessario tradurre singolarmente il detenuto. Questo genere di spostamenti, inoltre, è difficile da pianificare. E comporta, in sintesi, "un grave costo per l'Erario". Benché lo stesso Guardasigilli premetta che "in questi ultimi anni è intervenuta una notevole riduzione delle traduzioni di soggetti detenuti per udienze di convalida o fermo", tuttavia  "l'attuale sfavorevole situazione economico-finanziaria nonché la necessità storica dell'attuale governo di operare l'inevitabile riduzione dei finanziamenti pubblici in coerenza con la spending review, impone un'ulteriore sensibilizzazione nei confronti dei magistrati in servizio presso i rispettivi uffici di appartenenza affinché si possano migliorare ulteriormente i positivi risultati richiamati in premessa", afferma Severino, che invita i magistrati "a recarsi nel luogo di detenzione" dell'indagato ad effettuare le previste udienze.

GIUSTIZIA:SEVERINO; TROPPO CARE, RIDURRE TRADUZIONI DETENUTI.


venerdì 15 giugno 2012

AL DAP SI VOLTA PAGINA.INTERPELLO RISERVATO AI PROVVEDITORI

Provvedimento 8 giugno 2012 - Interpello per dichiarazione di disponibilità per incarichi di funzione dirigenziale generale penitenziaria

14 giugno 2012

Ministero della Giustizia
Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria
INTERPELLO PER DICHIARAZIONE DI DISPONIBILITÀ PER
INCARICHI DI FUNZIONE DIRIGENZIALE GENERALE PENITENZIARIA

Vista la legge 16 agosto 2005, n. 154, recante “delega al Governo per la disciplina dell'ordinamento della carriera dirigenziale penitenziaria”;
Visto il decreto legislativo 15 febbraio 2006, n. 63, recante “ordinamento della carriera dirigenziale penitenziaria, a norma della legge 27 luglio 2005, n. 154”;
Considerato che, nelle more dell’emanazione del P.C.D. previsto dall’articolo 10, comma 5, del decreto legislativo dianzi citato, l’Amministrazione intende dare comunicazione delle posizioni dirigenziali generali disponibili al fine di consentire ai Signori Dirigenti generali penitenziari di esprimere la propria disponibilità;
Valutata la complessità delle strutture territoriali i cui incarichi si sono resi vacanti o sono scaduti e ritenuto, in ragione delle priorità conseguenti, di individuare le sedi di provveditori che sono di seguito indicate;

COMUNICA:
  1. Sono disponibili gli incarichi di provveditore regionale dell’Amministrazione penitenziaria:
  • Calabria, sede in Catanzaro;
  • Emilia Romagna, sede in Bologna;
  • Lombardia, sede in Milano;
  • Piemonte e Valle D’Aosta, sede in Torino;
  • Toscana, sede in Firenze. 
2.   I Dirigenti generali penitenziari potranno manifestare la propria disponibilità ad assumere l’incarico entro il termine perentorio di 15 giorni dalla pubblicazione del presente avviso sul sito istituzionale.

3.  Le domande di disponibilità saranno indirizzate all’Amministrazione penitenziaria, Direzione Generale del Personale e della Formazione – Ufficio secondo, corredate di curriculum vitae datato e sottoscritto, ed inviate a mezzo di posta raccomandata, fax o consegna manuale.
4.  Si precisa che la disponibilità manifestata non può vincolare l’azione dell’Amministrazione centrale.

Roma, 8 giugno 2012


Il Capo del Dipartimento
Giovanni Tamburino

NUOVO IMPORTANTE SUCCESSO POLITICO DEL MINISTRO SEVERINO

giovedì 14 giugno 2012

Anticorruzione: via libera della Camera al ddl



Paola Severino
                                         
Roma. Dopo tre giorni di serrato dibattito, l'aula della Camera approva il disegno di legge concernente Disposizioni per la prevenzione e la repressione della corruzione e dell'illegalità nella pubblica amministrazione (C. 4434-Ail collegamento apre una nuova finestra). Il provvedimento, che ora torna all'esame del Senato per l'ok definitivo, passa con 354 voti favorevoli, 25 contrari e 102 astenuti.

lunedì 4 giugno 2012

MINISTRO SEVERINO METTA IL CATENACCIO DI CHIUSURA ALL'USPEV!




Da notizie apparse sulla stampa in tempi recenti,LEGGASI SOTTO,si è appreso dell'impiego di poliziotti penitenziari per la sorveglianza della casa sicilialiana disabitata dell'ex ministro della Giustizia,A.ALFANO.Molte altre autorità del ministero della giustizia ricevono protezione dal personale della polizia penitenziaria per il tramite dell'USPEV,un ufficio dipartimentale a ciò preposto che impiega nella sua attività decine di unità della Polizia Penitenziaria,sottraendole al servizio istituzionale nelle carceri.Tutto questo mentre negli istituti penitenziari manca personale per la sorveglianza e la traduzione dei detenuti.Non sarebbe bene mettere il catenaccio all'USPEV e restituire ai compiti istituzionali i polizotti penitenziari? Sarebbe un segnale di reale cambiamento  e di positiva volontà di procedere  ad una razionalizzazione delle risorse umane disponibili e delle strutture esistenti.


                   QUEL CHE SCRIVE LA STAMPA IN MERITO


Giustizia: quegli agenti di Polizia penitenziaria a guardia della casa vuota di Alfano...


  
  di Eleonora Bujatti

Il Fatto Quotidiano, 3 giugno 3012


Ancora piantonata la residenza di Palermo. Polizia anche per altri ex ministri: Fassino, Mastella e Castelli. L’argomento della scorta e della tutela a personalità dello Stato è molto delicato, e lungi da noi di suggerire chi e come debba essere protetto. Tuttavia è nostro compito raccontare i fatti, ed ecco, dunque, un fatto. Questa è la storia di un piccolo ma significativo spreco italiano.

È una sineddoche, la parte per il tutto, il particolare che racconta il generale, una delle schegge che va a comporre la trave infilata nell’occhio di uno Stato che forse non sa, forse non può o forse non riesce. Questa è la storia di un appartamento vuoto in cui tempo fa abitava un ministro diventato poi ex-ministro, appartamento che viene tutt’oggi protetto e sorvegliato da due uomini della Polizia Penitenziaria in pianta stabile, con tanto di telecamere a circuito chiuso e inevitabili sbadigli. L’ex ministro in questione (ma non è questa la notizia) è l’On. Angelino Alfano, che, nonostante dal luglio 2011 sia un semplice - e ora pure afflitto - segretario di partito, mantiene la protezione degli uomini dell’Uspev (Ufficio per la Sicurezza Personale e Vigilanza della Polizia Penitenziaria), non solo presso la sua residenza a Roma, ma anche a Palermo, dove da tempo non vive più e dove pare che l’appartamento sia pure in vendita. Tutto ciò rende la vicenda Alfano ancora più singolare, ma il suo non è certo un caso isolato.Anzitutto vale la pena di ricordare che il servizio di protezione è svolto non solo dall’Uspev, ma anche da Polizia di Stato, Carabinieri, Forestale e altri corpi. Ma la Polizia Penitenziaria, in particolare, dovrebbe occuparsi di ministri, sottosegretari, dirigenti e autorità dipendenti dal ministero della Giustizia. Perché allora un segretario di partito continua ancora ad occupare uomini della Polizia Penitenziaria? La risposta è che esiste una “prassi istituzionale” che prevede che la protezione continui anche dopo il decadimento dalla carica, anche per diversi anni.
E perché esiste questa prassi istituzionale? E quanti uomini sono impiegati in questo modo? Alfano è forse l’unico di cui viene protetto anche lo spirito che aleggia nelle abitazioni precedenti, ma l’anomalia, se c’è, è di più larga scala. Al servizio di Piero Fassino, ex (ormai molto ex) ministro della Giustizia c’è ancora un’unità di Polizia Penitenziaria; ce ne sono due per l’ex Roberto Castelli, quattro per l’ex Clemente Mastella, dodici per l’ex Nitto Palma, quattro per gli ex sottosegretari alla Giustizia Giacomo Caliendo e Maria Elisabetta Alberti Casellati (che,si leggeva sui giornali quest’inverno, pare sia stata scortata per quindici giorni tra le nevi di Cortina).
E ce ne sono sedici
 per l’ex ministro Angelino Alfano, che sarebbe stato accompagnato da uomini e mezzi anche nel corso dell’ultima campagna elettorale. In tutti i casi ci saranno senz’altro ottimi motivi, ma non dimentichiamo anche che le carceri sono sovraffollate, che mancano nuclei di traduzione dei detenuti e che c’è grave carenza di personale di sorveglianza.