mercoledì 29 gennaio 2014

L'ANNO CARCERARIO RIDOTTO A SETTE MESI


Marco Travaglio

Carta canta

Svuotacarceri salvamafiosi

Non bastava il “pacchetto Carotti” del 1999. Che ha fatto e farà uscire di galera diversi killer. Adesso la legge Cancellieri innalza da tre a cinque mesi lo sconto annuale della liberazione anticipata. Un regalo per i detenuti più pericolosi

Svuotacarceri salvamafiosi
A volte viene davvero da augurarsi che la trattativa Stato-mafia non solo sia esistita (lo dicono varie sentenze definitive) ma che continui tuttoggi. Così almeno certe leggi pro mafia troverebbero una spiegazione plausibile. Come rivela “La Stampa”, la Cassazione ha appena dovuto scarcerare sei fra boss e killer mafiosi condannati all’ergastolo. Che potrebbero essere presto seguiti da un altro centinaio di ergastolani. Il solito vizio di forma? No, una legge varata dal centrosinistra alla fine del 1999: il pacchetto Carotti che accompagnava la riforma del giudice unico.

Più che un pacchetto, un pacco che di fatto aboliva l’ergastolo, consentendo agli imputati per tutti i reati, comprese le stragi, di accedere al rito abbreviato con i relativi sconti di pena. Così i candidati al carcere a vita, inclusi gli stragisti del 1992-93 a Capaci, via d’Amelio, Firenze, Milano e Roma, rischiavano al massimo 30 anni (che poi di fatto, con la liberazione anticipata di tre mesi all’anno, scendevano a poco più di 20 effettivi). Le proteste dei magistrati e dei parenti delle vittime costrinsero il Parlamento alla retromarcia alla fine del 2000, con un decreto retroattivo che ripristinava di fatto l’ergastolo. Il decreto, in odore di incostituzionalità fu impugnato da alcuni detenuti alla Corte europea di Strasburgo, che condannò l’Italia per violazione dei diritti umani, innescando una serie di sentenze della Consulta e della Cassazione. Così ora i condannati all’ergastolo in processi interrotti dalla sua provvisoria abolizione tra il 1999 e il 2000 devono scendere a una pena di 30 anni, cioè di fatto di 20 o poco più. E, se li hanno già scontati, tornare liberi. Proprio come chiedeva il papello che, secondo vari collaboratori di giustizia e i giudici di Palermo, Totò Riina consegna a uomini dello Stato nella trattativa dell’estate del 1992. Ma non è finita.
Il 23 dicembre 2013 la ministra della Giustizia, Anna Maria Cancellieri, ha varato il decreto svuotacarceri. Che si spera vivamente il Parlamento non converta in legge, a meno che non voglia fare un altro regalo alle mafie. Il decreto infatti - con la solita scusa dell’urgenza per evitare le condanne europee che incombono sull’Italia a partire da maggio per il sovraffollamento delle celle - porta da 3 a 4 anni le pene (intere o residue) che i detenuti possono scontare ai servizi sociali, cioè in libertà. E soprattutto innalza da 3 a 5 mesi lo sconto annuale della liberazione anticipataper qualunque detenuto (mafiosi inclusi) partecipi all’opera di rieducazione. Che poi, tradotta in italiano, non è null’altro che un insieme di colloqui con i familiari, attività ricreative, teatrali e sportive. Ciò vale per tutti i condannati, salvo quelli che delinquono anche in cella. E non è questo il caso dei più pericolosi, cioè dei mafiosi, che risultano anzi detenuti modello.
Come ha spiegato il procuratore aggiunto di Messina Sebastiano Ardita, che ha lavorato per anni al Dap, la liberazione anticipata extralarge non serve a nulla per sfoltire i detenuti che più affollano le celle, cioè gli extracomunitari e i piccoli spacciatori-tossici, insomma i pesci piccoli: dovendo essi scontare pene più basse, detrarne 3 o 5 mesi all’anno cambia poco. Serve invece ad accorciare la detenzione dei grandi criminali condannati a pene più alte: lo svuotacarceri abbuona 2 anni e mezzo a chi ne deve scontare 6 e 5 a chi ne deve scontare 12. Così i bonus ai microcriminali sono talmente irrisori da farne uscire pochissimi in tempo utile per scongiurare le condanne europee; in compenso i boss si vedono quasi dimezzare le pene, che finiranno di scontare perlopiù fra diversi anni. E in ogni caso non possono fare causa allo Stato, perché non soffrono alcun sovraffollamento (stanno in celle singole).
Risultato: l’Europa ci condannerà lo stesso, le carceri resteranno strapiene e i mafiosi saranno felici e contenti. A questo punto, delle due l’una: o il governo Letta è una gabbia di matti, o la trattativa Stato-mafia continua. E non si sa se sia peggio la prima o la seconda.

da (L'Espresso)

venerdì 24 gennaio 2014

FORTE PRESA DI POSIZIONE DEL SIPPE SUL PERSONALE DI POLIZIA PENITENZIARIA DISTACCATO NEI VARI MINISTERI E NEGLI ENTI LOCALI

Giustizia: De Pasquale (Sippe); basta agenti imboscati nei ministeri






"Prima di chiedere le assunzioni di donne e uomini della polizia penitenziaria bisogna restituire ai compiti istituzionali migliaia di agenti penitenziari finiti imboscati nei vari ministeri ed enti locali". Questo è quanto ha dichiarato il Segretario generale del Sippe, Alessandro De Pasquale, il quale nella sua protesta si riferisce in particolare "a quei poliziotti penitenziari adibiti a mansioni di uscieri o archivisti in sedi che non hanno niente a che fare con il Dap, come ad esempio presso il ministero della Salute. 
I rinforzi servono, ma per porre fine al caos nelle carceri e rendere il lavoro un po' più tollerabile per coloro i quali svolgono con abnegazione i propri compiti istituzionali; sarebbe opportuno che questi poliziotti "fortunati" indossassero l'uniforme e facessero ciò per cui sono stati assunti. Oltre 6mila e 500 appartenenti alla polizia penitenziaria sono distaccati in vari ministeri ed enti locali".
"Sembra inverosimile - ha dichiarato De Pasquale - che qualcuno chieda a "gran voce" l'assunzione di poliziotti penitenziari quando invece si potrebbe prima procedere al rientro in sede di buona parte del personale distaccato, restituendolo ai servizi istituzionali". Il sindacalista ha precisato inoltre che gli appartenenti al corpo della polizia penitenziaria "non possono essere impiegati in compiti che non siano direttamente connessi ai servizi d'istituto. 
Per il Sippe il rientro nelle carceri e nei servizi istituzionali degli imboscati sarebbe un atto di civiltà giuridica e una forma di rispetto per il lavoro che svolgono i colleghi, i 37 mila 967 uomini e le 7 mila donne della penitenziaria che svolgono i compiti istituzionali, gestendo in condizioni operative disagiate 63 mila 628 detenuti. Inoltre, secondo il sindacato, c'è anche il problema del sovraffollamento delle carceri, che ospitano quei detenuti a fronte di una capienza massima di 45 mila 225 posti. 
Occorrono provvedimenti coraggiosi, per azzerare il fallimento del sistema penitenziario e quello della giustizia, tracciando così un nuovo percorso. Lo svuota carceri da solo non basta e neppure l'ennesimo indulto risolverebbe il problema. Il sistema penitenziario deve essere rivisto completamente, partendo intanto da chi sta nei palazzi del potere imboscato".

(Ansa, 20 gennaio 2014)

giovedì 9 gennaio 2014

DETENUTI PRESENTI AL 31 DICEMBRE 2013


Detenuti presenti e capienza regolamentare degli istituti penitenziari per regione di detenzione
Regione
di
detenzione
Numero
Istituti
Capienza
Regolamentare
(*)
Detenuti
Presenti
di cui
Stranieri
Detenuti presenti
in semilibertà (**)
TotaleDonneTotaleStranieri
Abruzzo81.5341.93571240110
Basilicata3441442205320
Calabria132.4812.65350327220
Campania175.8507.9663629602183
Emilia Romagna122.3903.6871331.950446
Friuli Venezia Giulia554876318441206
Lazio144.7976.8824892.8556510
Liguria71.0421.703781.000285
Lombardia195.8928.7565363.934749
Marche78471.0722748330
Molise339145505220
Piemonte133.8494.5421582.168388
Puglia112.4443.722192685842
Sardegna122.5862.04142641210
Sicilia265.5306.8281381.1691003
Toscana183.2864.0081602.1647120
Trentino Alto Adige22804042328653
Umbria41.3421.50858588150
Valle d'Aosta1181200013621
Veneto101.9982.9691391.722314
Totale nazionale20547.70962.5362.69421.85485680
(*) Il dato sulla capienza non tiene conto di eventuali situazioni transitorie che comportano scostamenti temporanei dal valore indicato. 
(**) I detenuti presenti in semilibertà sono compresi nel totale dei detenuti presenti.
Fonte: Dipartimento dell'amministrazione penitenziaria - Ufficio per lo sviluppo e la gestione del sistema informativo automatizzato statistica ed automazione di supporto dipartimentale - Sezione Statistica