Giustizia: De Pasquale (Sippe); basta agenti imboscati nei ministeri |
![]() "Prima di chiedere le assunzioni di donne e uomini della polizia penitenziaria bisogna restituire ai compiti istituzionali migliaia di agenti penitenziari finiti imboscati nei vari ministeri ed enti locali". Questo è quanto ha dichiarato il Segretario generale del Sippe, Alessandro De Pasquale, il quale nella sua protesta si riferisce in particolare "a quei poliziotti penitenziari adibiti a mansioni di uscieri o archivisti in sedi che non hanno niente a che fare con il Dap, come ad esempio presso il ministero della Salute. I rinforzi servono, ma per porre fine al caos nelle carceri e rendere il lavoro un po' più tollerabile per coloro i quali svolgono con abnegazione i propri compiti istituzionali; sarebbe opportuno che questi poliziotti "fortunati" indossassero l'uniforme e facessero ciò per cui sono stati assunti. Oltre 6mila e 500 appartenenti alla polizia penitenziaria sono distaccati in vari ministeri ed enti locali".
"Sembra inverosimile - ha dichiarato De Pasquale - che qualcuno chieda a "gran voce" l'assunzione di poliziotti penitenziari quando invece si potrebbe prima procedere al rientro in sede di buona parte del personale distaccato, restituendolo ai servizi istituzionali". Il sindacalista ha precisato inoltre che gli appartenenti al corpo della polizia penitenziaria "non possono essere impiegati in compiti che non siano direttamente connessi ai servizi d'istituto.
Per il Sippe il rientro nelle carceri e nei servizi istituzionali degli imboscati sarebbe un atto di civiltà giuridica e una forma di rispetto per il lavoro che svolgono i colleghi, i 37 mila 967 uomini e le 7 mila donne della penitenziaria che svolgono i compiti istituzionali, gestendo in condizioni operative disagiate 63 mila 628 detenuti. Inoltre, secondo il sindacato, c'è anche il problema del sovraffollamento delle carceri, che ospitano quei detenuti a fronte di una capienza massima di 45 mila 225 posti. Occorrono provvedimenti coraggiosi, per azzerare il fallimento del sistema penitenziario e quello della giustizia, tracciando così un nuovo percorso. Lo svuota carceri da solo non basta e neppure l'ennesimo indulto risolverebbe il problema. Il sistema penitenziario deve essere rivisto completamente, partendo intanto da chi sta nei palazzi del potere imboscato".
(Ansa, 20 gennaio 2014)
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