TAMBURINO (Dap); abbiamo trend positivo, calano i detenuti e aumentano i posti |
È un "trend positivo" quello che si registra oggi nelle carceri italiane con una diminuzione, negli ultimi mesi, del numero dei detenuti in cella e, contemporaneamente, l'aumento di posti letto disponibili.
A sottolinearlo è stato il capo del Dipartimento dell'amministrazione penitenziaria, Giovanni Tamburino, nel corso di un convegno a Regina Coeli. "Il numero dei detenuti ieri si attestava a 64.333 unità mentre nel 2010 eravamo arrivati a 69.000 reclusi - ha rilevato - c'è un calo di 5.000 detenuti in tre anni e, negli ultimi mesi, abbiamo assistito alla diminuzione settimanale di circa cento unità.
Proiettando questi dati in un anno, si può prevedere che potrebbe esserci una diminuzione di oltre 4-5 mila detenuti. Credo che potremmo scendere sotto la soglia dei 60.000 nei prossimi mesi". A ciò si aggiunge, osserva Tamburino, l'aumento di posti letto nei penitenziari "con almeno duemila posti nuovi, l'apertura di tre istituti nuovi in Sardegna e altri reparti in altre parti d'Italia. I posti disponibili arriveranno a 50.000".
Vi è inoltre una "rapida riduzione" dei "casi più estremi, che giustamente sono da considerare disumani", ha detto il capo del Dap, riferendosi a quei detenuti che vivono in spazi inferiori ai tre metri quadrati. In calo, poi, sono anche i casi di "autolesionismo e i fenomeni di aggressività. Questi sono indicatori - conclude Tamburino - da cui si può desumere che abbiamo imboccato la direzione giusta".
Strasburgo? non lavoriamo a una proroga
"Noi non lavoriamo per ottenere una proroga" dalla Corte di Strasburgo - che ha condannato l'Italia per trattamento disumano nelle carceri dandole tempo fino a maggio per adeguarsi - "ma per risolvere interamente il problema. Io ritengo che la Corte sia in condizione di valutare la serietà e oggettività dei passi che un paese compie e trarne un equo giudizio". Lo ha detto il capo del Dap, il Dipartimento dell'amministrazione penitenziaria, Giovanni Tamburino, a margine di un convegno organizzato a Regina Coeli dal Coordinamento enti e associazioni volontariato penitenziario-Seac, a pochi giorni dalla trasferta a Strasburgo del ministro della Giustizia, Annamaria Cancellieri. Tamburino ha sottolineato che Strasburgo ha dato "una valutazione molto positiva" del lavoro che l'Italia sta facendo, e allo stesso tempo "l'Europa ci ha detto: vi terremo d'occhio e mese per mese vorremo sapere come procede". "È difficile pensare che solo con le misure finora prospettate riusciremo a ottenere al 100% le soluzione che la Corte ci chiede", ha spiegato Tamburino, che si è rifatto al messaggio del Presidente della Repubblica sulle carceri inviato alle Camere un mese fa. "Io credo che il messaggio del Capo dello Stato colga la necessità di un intervento straordinario", ha detto il numero uno del Dap. Un provvedimento di clemenza?, gli è stato chiesto. "Un intervento straordinario - ha risposto - può essere modulato con diverse soluzioni di carattere giuridico. La più tradizionale è quella dell'indulto e dell'amnistia, ma non è detto che sia solo questo, ci possono essere anche altri strumenti di natura eccezionale legati alla contingenza". Tamburino non si è addentrato oltre, ma il riferimento potrebbe essere a un forte intervento di depenalizzazione.
Ogni recluso costa 100-120 euro al giorno
Riguardo ai costi del sistema carcere nel suo complesso, "ogni anno 2.800 milioni di euro vengono assegnati dal bilancio dello Stato al settore", ha spiegato Tamburino, "l'80-85% dei quali sono costi fissi, non modificabili nel breve periodo", come i costi del personale - che pure è stato "toccato dai tagli legati alla razionalizzazione delle risorse" - e delle strutture, "200 istituti per 400mila metri quadri di superfici". Al Dap nel suo complesso afferiscono "circa 40mila persone". Quanto al "costo giornaliero per ogni detenuto è tra i 100 e i 120 euro". Ma c'è anche un costo di altra natura, "un costo umano, che spesso è difficile da quantificare, legato alla diminuzione dell'abilità sociale, lavorativa, psico-fisica e a volte anche etica del detenuto. Un costo che diventa anche costo economico. Su questo piano noi abbiamo solo cifre sui flussi di recidiva - ha detto Tamburino - mentre molto c'è da fare, ed è essenziale il ruolo del volontariato, nella valutazione del dopo carcere per gli ex detenuti".
Un call center per segnalazioni detenuti
"Ci sono già detenuti che lavorano molto bene per dei call center. Perché non farne uno per le segnalazioni che riguardano gli stessi detenuti?". È la proposta lanciata oggi dal capo del Dap, il Dipartimento dell'amministrazione penitenziaria, Giovanni Tamburino, nel corso di un convegno cui costi del carcere organizzato a Regina Coeli dal Coordinamento enti e associazioni volontariato penitenziario-Seac. Tamburino ha ricordato l'esperienza dei call center che coinvolge detenuti di Padova, Bollate e Roma "gestiti in maniera eccellente" e ha prospettato l'intenzione di estendere questo modello anche per l'apertura di un call center dedicato alle segnalazioni di situazioni di disagio degli stessi detenuti.
Agi,novembre 2013
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