La mano armata della 'ndrangheta il 12 marzo del 1985 trucidò con 11 colpi di calibro 38 il direttore del carcere di Cosenza. Stava andando a prendere sua figlia Rossella, di tre anni, all'asilo. A 27 anni di distanza la moglie Tiziana Palazzo con i figli Rossella e Sergio, originari di Bisceglie nel Barese, sono tornati nel posto esatto dove la Fiat 500 gialla su cui viaggiava Cosmai venne raggiunta dai colpi di pistola. Con loro i ragazzi di Libera Bisceglie e Cosenza, che con una cerimonia prima e un dibattito dopo, hanno ricordato quel tragico giorno."Siamo qui per fare memoria ma non soltanto. Siamo qui per sollecitare giustizia perchè nessuno ha pagato per l'omicidio di mio marito. Siamo qui per dire che Sergio Cosmai non è morto e non tolleriamo che chi ha ucciso un uomo dello Stato non paghi per quello che ha fatto". La storia processuale del delitto Cosmai è controversa. Sulla base delle indagini condotte dalla squadra mobile di Cosenza, diretta allora da Nicola Calipari, i sicari furono condannati all'ergastolo. In appello poi furono assolti per insufficienza di prove. Dieci anni dopo, nell'ambito del maxiprocesso "Garden", venne fuori il mandante di quell'omicidio, Franco Perna: venne aperto un nuovo processo che lo ha visto già condannato in primo grado all'ergastolo. Ora l'attesa è per la sentenza d'appello: l'ultima udienza prima della camera di consiglio è fissata nel prossimo aprile.
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