ATTO CAMERA
INTERROGAZIONE A RISPOSTA ORALE 3/01327
Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 18Seduta di annuncio: 308 del 20/02/2020
Firmatari
Primo firmatario: ASCARI STEFANIA
Gruppo: MOVIMENTO 5 STELLE
Data firma: 20/02/2020
Elenco dei co-firmatari dell'atto Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma MARTINCIGLIO VITA MOVIMENTO 5 STELLE 20/02/2020 ZANICHELLI DAVIDE MOVIMENTO 5 STELLE 20/02/2020 NESCI DALILA MOVIMENTO 5 STELLE 20/02/2020
Destinatari
Ministero destinatario:
- MINISTERO DELLA GIUSTIZIA
- MINISTERO DELL'INTERNO
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELLA GIUSTIZIA delegato in data 20/02/2020
Stato iter:
IN CORSO
Atto Camera
Interrogazione a risposta orale 3-01327
presentato daInterrogazione a risposta orale 3-01327
ASCARI Stefania
testo di
Giovedì 20 febbraio 2020, seduta n. 308
ASCARI, MARTINCIGLIO, ZANICHELLI e NESCI. —
Al Ministro della giustizia, al Ministro dell'interno. — Per sapere – premesso che:
il regime detentivo del 41-bis dell'ordinamento penitenziario (O.p.) venne creato dalla legge 10 ottobre 1986, n. 663, nota come legge Gozzini per far fronte a situazioni particolari, quali «casi eccezionali di rivolta o di altre gravi situazioni di emergenza»;
nel 1992, a seguito della strage di Capaci in cui persero la vita Giovanni Falcone, la moglie e gli uomini della scorta, all'articolo 41-bis O.p. venne aggiunto un secondo comma tramite il decreto-legge n. 306 del 1992, noto come decreto antimafia Martelli-Scotti, con il quale si estendeva la portata del regime detentivo anche ai detenuti per mafia e, successivamente, sono state apportate ulteriori modifiche;
si tratta di uno strumento di fondamentale importanza per contrastare la mafia che ha consentito di recidere i legami tra i mafiosi in carcere e i propri sodalizi criminali e ha giocato un ruolo fondamentale, anche nel promuovere la collaborazione con la giustizia di decine e decine di criminali;
come lo stesso direttore del gruppo operativo mobile della polizia penitenziaria, dottor Mauro D'Amico, ha avuto modo di dichiarare nel corso dell'audizione del 19 giugno 2019 in Commissione parlamentare antimafia, l'unica struttura in cui il 41-bis è organizzato e funziona correttamente è quella di Sassari «dove ci sono minisezioni da quattro celle e viene rispettato il dettato normativo del 41-bis (passeggi separati e sala socialità separata): all'interno di una minisezione può essere quindi gestito un gruppo di socialità, formato da quattro componenti. Immaginate un istituto come L'Aquila, dove attualmente ci sono circa 160 detenuti (e ora entro in un concetto tecnico che immagino sia anche complicato capire): lì abbiamo 51 gruppi di socialità, con 19 passeggi, e dobbiamo garantire a ognuno di essi un'ora d'aria e una di sala socialità»;
in alcune strutture, il regime carcerario del 41-bis appare fortemente compromesso, come ad esempio nel carcere di Parma dove Giuseppe Gallo, detto «Peppe o pazzo» era detenuto in regime detentivo speciale del 41-bis dell'ordinamento penitenziario, nella cui cella gli agenti del Gom (gruppo operativo mobile) e del Nic (nucleo investigativo centrale) della polizia penitenziaria hanno rinvenuto 3 telefoni cellulari (un iPhone e due apparecchi Android) e ne hanno informato la procura nazionale antimafia;
dagli articoli si evince che il detenuto utilizzava quasi quotidianamente i telefoni cellulari e vi sarebbero indagini in corso per accertare con chi parlava e se questi telefoni venivano messi a disposizione anche ad altri detenuti;
il gruppo operativo mobile della polizia penitenziaria, come riportato in corso della suddetta audizione dal dottor D'Amico, gestisce «762 ristretti, di cui 753 sono in circuito 41-bis (743 uomini e 10 donne); abbiamo poi un collaboratore di giustizia e otto islamici (di cui cinque uomini e tre donne). Le donne (sia quelle sottoposte al 41-bis, sia quelle sottoposte all'AS2) sono ristrette nell'istituto de L'Aquila, in due strutture separate. Il personale ad oggi ammonta a 593 unità: obiettivamente è poco ed è insufficiente, ma quello che ci mette in difficoltà sono soprattutto le strutture»;
il capo del dipartimento dell'amministrazione penitenziaria ha emanato la circolare 3676/6126 del 2 ottobre 2017 riguardante l'organizzazione del circuito detentivo speciale previsto dall'articolo 41-bis O.p., che, tuttavia molto spesso, anche a causa di carenze strutturali, non viene rispettata nel suo complesso –:
quali iniziative il Governo intenda intraprendere al fine di assicurarsi che in tutte le sezioni «41-bis» delle carceri italiane siano garantite le prescrizioni del medesimo regime detentivo, anche adeguando in maniera appropriata le strutture e aumentando il numero di agenti della polizia penitenziaria, inclusi quelli facenti parte del Gruppo operativo mobile.
(3-01327)
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