Oggi è esploso il "caso Cosenza" . Dopo anni di silenzio complice ed assordante qualcuno ha detto basta . Finalmente è venuto a galla ciò che molti pensavano o,forse, sapevano o che, addirittura,veniva denunciato. Quel che più colpisce di questa vicenda è l'assenza, negli anni, di chi doveva vigilare, controllare, denunciare, intervenire per colpire il malaffare e l'incapacità colpevole e complice.
Solo il coraggio di Magistrati rigorosi e dotati di alto senso di responsabilità è riuscito a fare emergere dalle " nebbie carcerarie " questa disgustosa situazione di palese illegalità di ancora più palese complicità.
La Calabria penitenziaria ha sofferto lustri di malcostume, prepotenza, malaffare .
La profonda e radicata convinzione di chi gestiva il potere di essere legibus solutus e di non dover , quindi , rispondere delle proprie azioni ad alcuno , ha dissolto e vanificato negli anni il sacrificio di chi agiva con onestà ed umiltà professionale per cercare di arginare i tentativi d'infiltrazione mafiosa nei gangli dello Stato . Quando la cultura della legalità è stata subordinata a quella del potere il sistema penitenziario calabrese, e non solo, non ha retto ed ha visto aprirsi profonde falle al suo interno .
Cosenza - Vibo Valentia - Cagliari.
Per chi vuole capire !
Il nostro augurio è che sia solo l'inizio di un'azione volta a ripristinare il rispetto delle regole. Nell'interesse di tutti !
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