venerdì 21 marzo 2014

BRACCIALETTO ELETTRONICO


CARCERI. Nel vibonese potranno avere 'braccialetto' elettronico in 160.



    La misura del braccialetto elettronico da sottoporre ai detenuti sarà presto una realtà che interesserà le 160 persone sottoposte agli arresti domiciliari e a quelle che chiederanno una gradazione della misura, accettando questo "compromesso", pena la continuazione della detenzione inframuraria. L'iniziativa è stata presentata dal procuratore di Vibo Valentia Mario Spagnuolo, dal presidente della sezione civile Antonio Di Marco, dal questore Angelo Carlutti, dal comandante provinciale dei carabinieri Daniele Scardecchia e dal ten.col. Vittorio Carrara.
    Una misura, quella del braccialetto elettronico, che esiste da tempo - anche se applicata soltanto in 20 casi sul territorio nazionale - ma che, con l'ultimo decreto "svuota-carceri", è stato previsto con esigenze retroattive e ha, quali destinatari, soggetti caratterizzati da pericolosità sociale tale da non giustificare il carcere, ma nemmeno da concedere la completa libertà. Si tratta di una misura estremamente semplice con la presenza di un strumento installato dalla Telecom (che ha vinto l'appalto a livello nazionale) nell'abitazione il cui segnale wi-fi copre un determinato raggio consentendo, così, di percepirlo dalla cavigliera elettronica applicata al soggetto.
    Nel momento in cui dovesse mancare la corrispondenza del segnale si accerterebbe l'allontanamento del reo o, al massimo, che la strumentazione è malfunzionante. Ad ogni modo sia nel primo che nel secondo caso tutto ciò si saprebbe in tempo reale e, quindi, si interverrebbe in maniera tempestiva. Sarà il giudice di volta in volta a stabilire i casi di applicazione anche per i soggetti che stanno scontando una pena ai domiciliari.
    A giorni sarà comunicata la presenza del dispositivo al Consiglio dell'ordine e alla Camera penale in modo tale "da poter veicolare la notizia ai rispettivi clienti". "Si tratta di - hanno specificato Di Marco e Spagnuolo - di un momento di grande civiltà, di rispetto dei diritti individuali del cittadino".

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