Dopo che il Si.Di.Pe. ha
inviato numerose lettere al Ministro della Giustizia, Prof.ssa Paola Severino,
e dopo quella che il 25 febbraio
scorso ha inviato anche al Presidente del Consiglio dei Ministri, Prof. Mario
Monti, il Ministro della Giustizia
ha deciso di non portare avanti nessuna ipotesi di riduzione del personale
della carriera dirigenziale
penitenziaria, che si sarebbe voluta effettuare attraverso un’erronea applicazione dell’art.2 del D.L. 6 luglio 2012 n. 95
sulla spending review. La Prof.ssa Paola
Severino, infatti, con grande sensibilità istituzionale e senso di
responsabilità, ha ritenuto, di non esercitare, entro il
termine di decadenza del 28 febbraio 20132,la facoltà di operare la riorganizzazione del Ministero della
Giustizia, che avrebbe potuto effettuare ai sensi del comma 10 ter dell’art.2
del D.L. n.95/2012, attraverso una
proposta di d.P.C.M. al Presidente del Consiglio dei Ministri.E’ noto che, per le
conseguenze che ne sarebbero discese, tutte le Organizzazioni Sindacali dei
dirigenti penitenziari, con un
comunicato congiunto dell’11.02.2013, avevano dichiarato lo stato di agitazione
e il Si.Di.Pe. aveva
denunciato, oltre che la gravità, anche l’incoerenza di una tale riduzione,
atteso che il sistema penitenziario è al
collasso e la dirigenza penitenziaria di diritto pubblico è oggi più che mai
essenziale. Ad essa, infatti, è demandato
per legge il compito di assicurare il governo del sistema dell’esecuzione
penale,nelle sue diverse
articolazioni, centrali e periferiche(D.A.P., PRAP, Istituti penitenziari,
UEPE,ecc.),articolazioni che appartengono, tutte, alla complessiva struttura di sicurezza dello Stato,
poiché sono espressione operativa
dell'esecuzione della pena e delle misure cautelari detentive e contribuiscono,
ad assicurare l'ordine e la
sicurezza pubblica.Un’eventuale spending
review della dirigenza penitenziaria, a qualunque livello, anche Dipartimentale
o Provveditoriale, sarebbe
incomprensibile, tanto sotto il profilo logico quanto giuridico, essendo oramai pacificamente
riconosciuto, dopo il diretto impegno del Ministro della Giustizia e
l’assicurazione del Capo del Dipartimento, che nei
confronti della dirigenza penitenziaria (e addirittura dell’intera
Amministrazione Penitenziaria) non può
trovare applicazione la riduzione degli organici prevista dalla spending
review, in virtù dell’esclusione operata
prevista dal comma 7 del precitato art.2 D.L. n.95/2012 per " le
strutture e il personale del comparto
sicurezza (…)". Non vi è dubbio, infatti,
che il personale della carriera dirigenziale penitenziaria rientra pienamente
nell’ambito del Comparto Sicurezza,
ovviamente in tutte le articolazioni dell’Amministrazione penitenziaria, poiché
ad esso sono demandate
dall’Ordinamento penitenziario, dal Regolamento di Esecuzione e dal D.Lgs. 15.02.2006 n. 63 funzioni
di garanzia dell’ordine e della sicurezza. E, infatti, i dirigenti penitenziari
sono da sempre destinatari del
trattamento giuridico ed economico del personale dirigente della Polizia di
Stato.La decisione del Ministro
della Giustizia, Prof.ssa Paola Severino, è senz’altro quell’atto di ordinaria ragionevolezza che il
Si.Di.Pe. aveva richiesto, perché non fosse compiuta un’ingiustizia nei
confronti dei dirigenti penitenziari,
servitori dello Stato che non si sono mai risparmiati e che, nonostante
difficoltà insuperabili, hanno sempre
responsabilmente assicurato il governo del vacillante sistema penitenziario, a fronte della nota e
gravissima emergenza. Alla luce delle
dichiarazioni rese unanimemente da pressoché tutte le forze politiche impegnate
nelle ultime elezioni, confidiamo che
sulla questione non si debba più ritornare.
Il Segretario Nazionale
Rosario Tortorella
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